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 il S.A.U.R. aderisce alla CIDA - Manager e alte professionalità per l'Italia

Anno 30 - 5 aprile 2018 


Nuova istanza del SAUR sui nostri stipendi

di - 6 giugno 2017

Al Presidente
del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Roma

e p. c.

All’on. Maria Elena Boschi
Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio
Palazzo Chigi
Roma

Al dott. Giorgio Ambrogioni
Presidente della CIDA
Via Barberini 36
Roma


Oggetto: trattamento economico dei professori e dei ricercatori universitari

Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che detta disposizioni per il riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze Armate, ridisegnando i percorsi formativi e gli sbocchi di carriera e soprattutto garantendo un livello delle retribuzioni coerente con le responsabilità spettanti ai vari ruoli.
Questa decisione governativa è in se stessa certamente giusta e degna di plauso, ma ha messo ancor più in evidenza la situazione del tutto anomala in cui versa ormai da molto tempo una categoria il cui status non è dissimile da quello delle Forze Armate, trattandosi di lavoratori non contrattualizzati ma agganciati per legge, sotto il profilo retributivo, all’alta dirigenza statale: sto parlando dei professori e dei ricercatori universitari, che inspiegabilmente sono stati gli ultimi, fra le categorie del pubblico impiego, a recuperare gli automatismi retributivi bloccati a suo tempo dalla legge n. 122/2010. Infatti per i docenti universitari il suddetto blocco è stato sospeso solo dal 1° gennaio 2016 ed esclusivamente nei suoi effetti economici, lasciando sussistere quelli giuridici: laddove per tutte le altre categorie del pubblico impiego era stato sospeso fin dal 1° gennaio 2015 in tutti suoi effetti, giuridici ed economici. Il minimo che questo Sindacato chiede in favore dei docenti universitari è la pronta eliminazione di questa inspiegabile e ingiustificabile discriminazione a loro danno, che oltretutto li colpisce nella loro stessa dignità professionale e umana. La sospensione degli effetti economici del blocco deve dunque essere retrodatata all’anno precedente e deve essere affiancata da una corrispettiva sospensione degli effetti giuridici.
Ma, appunto, si tratta del minimo: non si può dimenticare infatti che una simile discriminazione è venuta ad aggiungersi a un’altra, ben più antica (risale al 1990!) e ancor meno accettabile, che i docenti universitari hanno patito nei confronti dell’alta dirigenza pubblica non contrattualizzata, alle cui retribuzioni, come si è detto, erano agganciate per legge le loro retribuzioni. Questa legge non è stata mai modificata né abrogata, eppure nell’ultimo quarto di secolo gli accademici non hanno più fruito dei sostanziosi aumenti spesso decretati in favore delle altre categorie dell’alta dirigenza pubblica (magistrati, diplomatici, prefetti, nonché gli alti gradi delle stesse Forze Armate…) né d’altro canto sono mai stati contrattualizzati (ciò che per varie ragioni ad avviso di questo Sindacato non sarebbe comunque opportuno). La conseguenza è che le loro paghe si sono assottigliate sempre più, al punto di diventare sostanzialmente ridicole: oggi lo stipendio medio di un docente universitario italiano è sensibilmente inferiore non solo a quello di un suo collega di altre nazioni europee, ma addirittura a quello di chi in tali nazioni insegna nella scuola media o, in taluni casi, perfino nella scuola primaria. A prescindere da altre considerazioni, non è certamente così che si può pensare di arginare il fenomeno della “fuga dei cervelli”, del quale tanto si parla.
Conviene ricordare che nel frattempo, a fronte di tutto ciò, le varie riforme dell’Università succedutesi negli ultimi decenni non hanno cessato di gravare i docenti di sempre maggiori compiti e responsabilità sul piano burocratico e amministrativo.
Il SAUR auspica dunque che codesto governo sappia porre rimedio alle inadempienze accumulate dai governi precedenti nei confronti dei docenti universitari, estendendo anche a questi ultimi quella riqualificazione del trattamento economico che ha ora deciso per una categoria di analogo status come quella dei militari. Una tale estensione verrebbe a configurarsi come un doveroso atto di equità, tale da riparare almeno in parte i gravi torti che, sia sul piano economico sia su quello morale, sono stati inflitti in tutti questi anni a una categoria che svolge funzioni di altissima responsabilità nella formazione dei giovani e nella ricerca scientifica.
Dichiariamo altresì la nostra piena disponibilità a contribuire all’elaborazione dei provvedimenti richiesti. Siamo pronti a un incontro con codesto governo nonché ad ogni forma di collaborazione nell’interesse del Paese.
Con osservanza,
Prof. Dario Sacchi
Segretario generale del SAUR


 


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